venerdì 30 gennaio 2015

Quando la natura stupisce

Tempo fa, mi sono imbattuta casualmente in una seri di fotografie che mi hanno affascinata non poco. Si tratta di un servizio realizzato sulle sponde di un lago africano:


il lago Natron è forse uno dei luoghi più strani e affascinanti che la natura sa creare. Si trova nella Rift Valley africana, in Tanzania. Non è un lago imponente, raggiunge al massimo i tre metri di profondità, ma ha un particolare colore rosso scuro con screziature biancastre.
Il bianco è dato da un'altissima concentrazione di sodio, mentre il rosso è dato da una serie di microrganismi (cianobatteri) che prospera in condizioni di alta salinità.
Come avrete capito sono condizioni di vita estreme e infatti, oltre a questo tipo di batteri, l'unico altro essere che può tranquillamente vivere attorno al lago è il fenicottero, ma gli altri animali si tengono del tutto alla larga. Un tale livello di salinità è particolarmente caustico.
Il nome, lago Natron, deriva appunto dal carbonato idrato di sodio che contiene.

Le condizioni di queste acque, in poche parole sono perfette per la "pietrificazione" naturale. Appena qualche sventurato animale le tocca, viene imprigionato e imbalsamato. Non a caso, il natron era uno degli ingredienti base delle mummie egiziane!
Le foto in questione, realizzate da Nick Brandt compaiono nel suo libro Across The Ravaged Land.

Ovviamente il fotografo, ha recuperato gli animali dalle rive e li ha riposizionati, creando la sensazione della vita. Non sono fotografie incredibili?





mercoledì 28 gennaio 2015

Reading Challenge 9: Le parole segrete

Buongiorno,
con Le parole segrete di Joanne Harris ho completato il nono punto della mia reading challenge, ossia quello di leggere un libro scritto da una donna. Una task abbastanza facile al giorno d'oggi.
Ho incontrato quest'autrice tempo fa, con il film Chocolat che mi era rimasto molto impresso, così il giorno che mi sono trovata sotto mano La scuola dei desideri della stessa autrice lo ho subito preso ed è diventato uno dei miei libri preferiti. Ora ho un altro paio di opere sue da leggere, fra cui figurava questo che ho recuperato tramite uno scambio su BookMooch. Quando ho iniziato a leggerlo, non avevo idea di cosa trattasse (degli autori che conosco non leggo mai le trame, compro libri a casaccio! Il primo sintomo di shopping compulsivo?) ed è stata con grande gioia che ho scoperto che Le parole segrete è ambientato fra i miti norreni che io adoro.



Maddy è una giovane ragazza molto particolare, ha una runa marchiata sul palmo della mano. Non una runa spezzata o fatta male, una runa completa e perfettamente disegnata. Questo la mette automaticamente fra le persone di cui non ci si può fidare e di cui sarebbe meglio liberarsi, come fanno a Fine del Mondo. Da piccola Maddy, osteggiata ed evitata da tutto il paese per il marchio, incontra uno strano uomo, chiamato il Guercio a cui in effetti manca un occhio. Il Guercio per sua fortuna, le insegna molto di quello che deve sapere sulla sua runa e su come si adoperano tutte le altre, così che la bambina impara piano piano ad usare la sua malia e a conoscere i grandi miti su Odino e gli altri Aesir, marchiati come lei, su Asgard e sulla sua caduta e sui Vanir. Ma cos'è che il Guercio non le dice? Insieme a un compagno tutt'altro che affidabile: Loki, Maddy scoprirà una serie di verità e per poco non vedrà il mondo precipitare preda di un nuovo Ragnarock. Il tutto condito da rune e antichi miti che prendono vita.

Un'antica profezia, riportata nell'Edda poetica è ciò che ha guidato la Harris nello scrivere questo libro. Essa dice che dopo Ragnarock, due gemelli figli di Thor ricostruiranno Asgard e il ciclo potrà ricominciare. Proprio da qui prende il via questo mito moderno che sa ricreare piuttosto bene le atmosfere di un tempo.
La scrittura della Harris è magica, racconta le cose in modo vivido e con poche parole riesce a tracciare un quadro perfetto di ciò che intende narrare. Stranamente, in questo libro i personaggi non sono così tridimensionali come negli altri, un po' perchè la maggior parte sono già molto conosciuti arrivando direttamente dai miti norreni e non necessitano quindi di grandi presentazioni. Quella che preferivo fosse tratteggiata meglio è la protagonista, Maddy, che spesso e volentieri si limita a fare da spettatrice a ciò che succede attorno a lei, salvo un paio di occasioni in cui fa la pensata giusta, per il resto se ne sta sprofondata nel suo mondo dei sogni. Avrei preferito fosse più sveglia e con un po' più di iniziativa, peccato, perchè è simpatica e per nulla stupida.

I libri con le mappe sono sempre i migliori!

Loki è il secondo grande protagonista della narrazione, del resto, chi non è innamorato di Loki? Si tratta senza dubbio del più interessante degli dei norreni ed è quello che scatena sempre gli eventi e che poi li risolve. Asgard sarebbe un mortorio senza di lui (e forse sarebbe ancora in piedi senza i suoi simpatici figlioletti).
L'intreccio è degno del miglior poema epico, con personaggi che si muovono secondo le proprie ambizioni, che imbrogliano, sfruttano gli altri e stringono alleanze in virtu di utilitarismi e non esitano a tradire amici e nemici. Gli scopi personali all'interno del libro sono davvero tanti e variegati, da chi desidera semplicemente sbarazzarsi di Loki, a chi vuole un potere supremo, a chi vuol contrastare un potere supremo, a chi (Loki) cerca mille espedienti per sopravvivere, e via dicendo. Da un tale caos di personaggi e azioni non può che nascere un racconto con un intreccio complesso e avvincente da dipanare lentamente pagina dopo pagina.
La Harris si è presa qualche licenza narrativa e qui e lì si discosta dall'Edda per far funzionare meglio il racconto, ma non così tanto da irritare gli appassionati.
Non è un libro che annoia, questo è certo, gli eventi si susseguono ai colpi di scena in modo fluido ma continuo ed è impossibile rimettere giù il libro una volta che è stato aperto. Ho trovato davvero piacevole immergermi ancora una volta fra questi personaggi di cui l'autrice è stata bravissima a cogliere e far rivivere i tratti salienti.
Un libro che se come me amate la mitologia norrena e il fantasy non potete perdervi (dopo American Gods, ovviamente)
So che ci sono anche dei seguiti, ma per ora non intendo leggerli, visto che questo libro si conclude in un modo che mi piace moltissimo. Forse più avanti, chissà.

Titolo: Le parole segrete (Runemarks)
Autrice: Joanne Harris
Pagine: 517


Voto: 8/10

martedì 27 gennaio 2015

Talking about film: The Imitation Game

Mi piace molto andare al cinema e anche visionare vecchi film, quindi Talking about film diventerà una rubrica con cadenza abbastanza regolare.

Devo dire che in realtà ultimamente, complice il numero elevatissimo di film che escono che va a discapito della qualità e complici i prezzi dei biglietti che da me sono piuttosto alti: 8,50 euro per vedersi un film, al cinema vado molto meno di quanto vorrei. Purtroppo non lavoro, studio, non ho tanti soldi e gli sconti studenti non valgono il fine settimana. Che gioia.
Comunque spesso mi consolo con dvd o con i cineforum che quelli rimangono abbordabili e si ha molte più possibilità che il film sarà scelto accuratamente.
Comunque, ultimamente sono usciti un sacco di bei film (sempre tutti assieme è?), così mi sono andata a vedere Big Eyes di Burton e The Imitation Game.

Quest'ultimo è stata una rivelazione, da tanti punti di vista. Sapevo che il computer è chiamato anche macchina di Turing, ma chi fosse tale Turing proprio non mi era mai venuto in mente di scoprirlo. Che dire, era un genio fra i migliori al mondo. Per me il semplice processo di creare un computer, sebbene estremamente rudimentale dal nulla e senza prototipi è una cosa inconcepibile.
Ma andiamo con ordine:

Il film racconta la vita di Alan Turing, un brillante matematico inglese che si distingue già da giovanissimo nel mondo accademico. Fin dall'inizio concepisce l'idea di una macchina che possa pensare. L'occasione di mettersi alla prova gli viene data quando i servizi segreti inglesi lo convocano insieme ad altri cervelloni a lavorare su Enigma, il sistema crittografico usato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. Il problema di questo codice è principalmente che ogni giorno cambia e il gruppo ha quindi una sola giornata per analizzare migliaia di migliaia di combinazioni, per vedere tutto il lavoro vanificato allo scoccare della mezzanotte. Alan si discosta dai soliti sistemi, vedendo in Enigma la possibilità di costruire la sua macchina. Un uomo non può avere a che fare con tante possibilità in  così poco tempo, ma forse una macchina si, così, fra le invidie dei colleghi e le avversità dei superiori, Alan costruisce il suo "computer" e decodifica infine Enigma. Con una serie di calcoli statistici si decide poi quando e come l'Inghilterra debba agire per evitare che i nazisti scoprano che hanno il codice e cambino sistema.
Un grande uomo, i cui meriti sono stati nascosti dall'Inghilterra per oltre 50 anni, per precauzione militare, ma che ha giocato un ruolo di primo piano nella vittoria inglese.

Il film non è chiaramente Hollywoodiano, sebbene lo stampo sia simile. a Hollywood ormai si sono calati troppo nel genere supereroe, tanto che ormai anche le persone comuni sono trattate come tali, con tanto di effetti speciali, rallenty ed esasperazioni assurde. The Imitation Game, fortunatamente si limita ad esaltare il genio di un uomo senza trattarlo come l'Iron Man di turno.
Alan Turing è impersonato da Benedict Cumberbatch, che a me personalmente non piace, ma non posso non metterlo fra i migliori attori contemporanei. E anche in questo caso non delude anzi! Il suo Alan del resto è molto vicino allo Scherlock Holmes che interpreta nel telefilm omonimo, è un genio che stenta a capire le convenzioni sociali, che agisce da prima donna che individuato il suo punto d'arrivo fila dritto come un treno alla meta, calpestando chi deve, eppure non è inumano.
Accanto a lui c'è, ahimè, Keira Knightley, fedelissima all'unico ruolo che riesce a interpretare, ossia la donna che flirta sempre e comunque. Seriamente, smettete di usarla! Ho capito che è carina e ha un bel sorriso, ma non fa altro che essere carina e sorridere, in ogni film in cui la si mette! Il suo personaggio è sempre, sempre, sempre lo stesso. Ruolo azzeccatissimo è sicuramente quello del Comandante Denniston, affidato a Charles Dance (si, è Tiwyn Lannister), che come ci ha mostrato in GOT è perfetto per questo genere di personaggio.



Questo film mi è piaciuto molto, non c'è nulla di nuovo, la storia è sempre quella del ragazzino geniale, maltrattato dai compagni a scuola, al di fuori dalla società, che compie grandi imprese e che anche da adulto gli altri stentano a capire e tentano perciò di ostacolare, il genio che rimane poi  vittima di se stesso.
Eppure il modo in cui è trattato, che come dicevo non va troppo sopra le righe, lasciando che siano i fatti a mettersi in luce per la loro grandiosità, l'umanità con cui questi personaggi sono trattati che li toglie dalla sfera del mito e li fa sembrare del tutto simili a noi e perciò ancora più geniali. L'ottimo cast e l'ottima regia (di Morten Tyldum) lo consacrano come uno dei migliori film degli ultimi tempi. Quello che ci viene presentato non è un prodotto fatto e finito da visionare e basta, ma ci viene mostrata l'analisi minuziosa di personaggi ed eventi, dei rapporti e dei sentimenti che li legano e le contraddizioni di una società. A questo si unisce una sottile ironia che accompagna tutto il film che strappa davvero qualche risata.

Bellissimo film, ed a dimostrarlo sono anche le 8 candidature all'Oscar, nonostante non sia un film americano.

"Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare..."

Voto: 8/10

Reading Challenge



Se c'è una cosa che mi piace moltissimo e nella quale non sono mai stata scostante (miracolo!) è leggere. Normalmente leggo cose a casaccio, sull'ispirazione del momento, ma mi sono resa conta che molte delle cose che so del mondo le devo proprio ai libri che ho sempre letto.
Non ho mai partecipato in vita mia ad un gruppo di lettura, perchè una delle cose che mi piace dei libri è che non prevedono a tutti i costi socializzazione. Insomma, se uno ha già sopportato la sua dose giornaliera di persone, può sempre infilarsi sotto una coperta e leggersi un buon libro. Con questo non mi definirei propriamente asociale, ma un che si stanca facilmente delle stramberie dei suoi simili. Tuttavia, se è vero che crescendo si diventa più saggi, ho iniziato a condividere questa mia passione con amici vicini e lontani (miracoli della tecnologia), così ho scoperto un nuovo mondo di libri a me sconosciuto. Sono entrata a contatto con l'editorie e le sue macchinazioni e ho imparato a valutare al meglio il materiale sugli scaffali. La rete sia fisica che informatica amplia notevolmente i limiti del singolo. Ho scoperto nuovi autori e nuovi titoli, ho imparato a leggere in modo più consapevole e a sviluppare un senso critico, o almeno spero. Ho capito l'antipatica di chi esprime un'opinione senza supportarla, o di chi ritiene le sue opinioni come assolute.

Al di là dei discorsi filosofici, con un gruppo di amici ho deciso di partecipare ad una sfida per le letture che intraprenderò nel 2015. Mi ha attirata soprattutto perchè pur imponendo di spaziare oltre i propri confini abituali, allo stesso tempo permette un margine di manovra e di libertà nella scelta dei libri che ben potrebbe adattarsi alla mia volontà di esplorare generi nuovi, ma allo stesso tempo di odiare le costrizioni.
La sfida consiste nel leggere 50 libri, o quantomeno, una parte più alta possibile di essi. Diciamo che non va vissuta come una maratona all'ultimo sangue. Mediamente per me 50 libri all'anno sono un bonus facilmente raggiungibile. La sfida impone però delle caratteristiche da rispettare per ogni libro, che può andare dal genere, al formato, all'autore. Ecco i libri da leggere:

1) un libro con più di 500 pagine* I giorni del potere - Colleen McCullough (10/10)
2) un romanzo classico*
3) un libro che è diventato un film
4) un libro pubblicato tra il 2014 e il 2015
5) un libro che contiene un numero nel titolo Farenheit 451 (10/10)
6) un libro scritto da un autore orientale o russo* Il cappotto e il naso di Gogol' (10/10)
7) un libro con personaggi non umani Ristorante al termine dell'universo - Douglas Adam (7/10)
8) un libro religioso, spirituale o un libro di self-help
9) un libro scritto da una donna* Le parole segrete - Joanne Harris (8/10)
10) un libro giallo/poliziesco, un thriller o un libro mistery*
11) un libro il cui titolo è composto da  una sola parola
12) un libro di racconti brevi Ectoplasm (Book of Blood #2) - Clive Barker (8/10)
13) un libro ambientato in un'altra terra - mondo - civiltà
14) un libro della categoria non-fiction
15) il libro di esordio di un autore ormai famoso*
16) un libro di uno scrittore che ami e che non hai ancora letto* Nessun Dove - Neil Gaiman (10/10)
17) un libro di un autore contemporaneo
18) un libro di un autore che ha vinto il premio Pulitzer o il Nobel per la Letteratura*
19) un libro basato su una storia vera
20) il primo libro in ordine alfabetico che appare sul tuo scaffale virtuale  dei libri ancora da leggere oppure nella tua libreria di casa*
21) una tragedia o una commedia
22) un libro horror che credi  possa spaventarti- metterti ansia e che non hai ancora mai letto*
23) un libro con più di 100 anni di vita
24) un libro nel cui titolo appaia il nome di uno dei suoi personaggi Cinder (7/10)
25) un libro che avresti dovuto leggere a scuola/università e che invece non hai mai letto*
26) una biografia, un'autobiografia o una memoria*
27) un libro che puoi terminare in una giornata
28) un libro che contiene nel titolo parole o aggettivi dal significato opposto (Guerra e Pace, per esempio)
29) un libro ambientato in una nazione che hai sempre desiderato visitare
30) un libro pubblicato durante  l'anno della tua nascita (da intendersi  come l'anno di pubblicazione della versione originale)
31) una fiaba o racconto per ragazzi* La bussola d'oro (8/10)
32) una trilogia*
33) un libro che hai già letto durante la tua infanzia - adolescenza*
34) un libro che parla di un triangolo amoroso
35) un libro ambientato nel futuro
36) un libro ambientato nel passato
37) un libro che abbia nel titolo un colore o un aggettivo che indichi comunque un colore
38) un libro di un autore italiano*
39) un libro che accenni alla magia o collegato a un mondo magico
40) una graphic novel, un manga o un comic* Con il cuore a Kobane (9/10)
41) un libro di un autore che non hai mai letto  Moby Dick di Melville (6/10)
42) un libro che possiedi in formato cartaceo e che non hai mai letto*
43) un libro ambientato in Italia
44) un libro che hai letto in lingua straniera* The Girl with a Pearl Earring (8/10)
45) un libro ambientato a Natale
46) un libro scritto da un autore che ha le tue stesse iniziali
47) un libro di poesie*
48) un libro di avventura
49) un libro che ha ispirato una serie televisiva, non un film. Uccelli di rovo (5/10)
50) un libro che hai cominciato e non hai mai terminato*

Ho segnato con un asterisco quelli di cui già conosco il titolo, mentre gli altri li scoprirò strada facendo. Devo dire che ho perplessità per quanto riguarda il libro religioso, sebbene io non abbia mai letto la maggior parte dei libri fondamentali delle religioni, giusto la Bibbia e non completa. Però immagino sarà una cosa interessante confrontarsi con qualche altra cultura.
Altro punto dolente sarà il triangolo amoroso, sia perchè non mi piacciono i romanzi, sia perchè normalmente i triangoli amorosi compaiono soprattutto negli young adult, libri che generalmente trovo insulsi, proprio per questa ripetizione di schemi collaudati.

Se qualcuno di voi vuol partecipare alla sfida, trova il gruppo qui:
https://www.goodreads.com/topic/show/2126465-50-libri-da-leggere-in-un-anno

Se non siete iscritti a Goodreads e non intendete farlo, potete sempre ricopiare la lista sul vostro sito/blog/profilo e farmelo sapere, così possiamo aggiornarci sui progressi!

Un bacio e buona lettura!
Life

lunedì 26 gennaio 2015

Prima di partire per un lungo viaggio...

Ho sempre avuto una passione smodata per i viaggi che si scontra puntualmente e brutalmente con le tasche perennemente vuote di una studentessa universitaria. Fortunatamente le cose migliorano a vista d'occhio e spesso è possibile viaggiare low cost, anche se mai troppo lontano. Nel tempo, sono comunque riuscita ad accumulare un piccolo numero di viaggi che spero di ampliare sempre più. Praticamente ho sempre cercato di raccogliere ogni meta e ogni possibilità che includesse un viaggio gratis o a costi contenuti. Ovviamente, la mia università ha ben pensato di limitare il programma Erasmus proprio nel momento in cui io avrei potuto avervi accesso, e così come meta non restava che la Germania, meta che purtroppo per me non aveva assolutamente nulla da offrire, se non un ritardo sul piano di studio. A volte ho la sensazione che il mio karma sia mio nemico.



Credo che viaggiare faccia bene allo spirito e alla mente. Niente come scontrarti con usanze e mentalità diverse dalla tua ti aiuta a capire il mondo e ad ampliare gli orizzonti. Inoltre in viaggio si incontrano cose positive e negative e bisogna fare i conti con entrambe, gioire delle prime e imparare a convivere con le seconde senza rovinarsi la giornata. Una buona occasione per diventare un po' più tolleranti. Una cosa che, però, non sono ancora riuscita a controllare è il mio nervosismo da aereoporto. Noi italiani in aereoporto siamo terribili! Non mi riferisco alla strampalata usanza di battere le mani all'atterraggio, che sebbene non condivida, trovo comunque non faccia del male a nessuno. Del resto qualunque lavoratore apprezzerebbe un riconoscimento di tanto in tanto. Io i primi sintomi di nervosismo li raggiungo già alla partenza, per la precisione alla consegna bagagli, perchè è difficile no? Nessuno ve lo dice mai, non c'è scritto sul biglietto, è il terzo segreto di Fatima che sui voli si portano due bagagli, di cui uno inferiore ai 20 kg, se no si paga. Puntualmente c'è la signora con bagaglio, borsetta, borsa della spesa, borsa per la giacca (che sa, magari all'arrivo fa freddo), borsa con gli acquisti fatti prima di arrivare al ritiro bagagli, borsa con il pranzo a sacco e via dicendo che insulta imperterrita l'addetto che cerca di spiegarle perchè deve stivare tutto e pagare di più. Il problema è che negli aereoporti nostrani questi si moltica esponenzialmente e così, si dilatano i tempi, si dilatano le code e si dilata il nervosismo.




Poi avviene la seconda rivelazione, il metal detector che suona. "Ma suona anche questo?" "Oddio non sapevo che questo non lo potevo portare!" "Ma non può gettarmi l'acqua, e se mi viene sete?" e via dicendo. All'inizio mi divertivo anche, ma con il tempo soprattutto se questi teatrini succedono al ritorno e uno è completamente fuso da ore di viaggio, è il delirio.


Il momento cruciale però è l'imbarco. Lì è una lotta dura per la sopravvivenza, in cui a gente si azzanna per mettersi in coda almeno un'ora prima. Si sa, sulle compagnie low cost i bagagli a mano, ad un certo punto sono stivati. Ma per la stupidità della gente, mica della compagnia aerea. Trolley e bagaglio a mano sono due concetti che fanno a pugni, credetemi. Il trolley da solo occupa più spazio della roba che ci avete messo dentro. Puntualmente, a metà imbarco le cappelliere sono piene e tocca stivare i bagagli a mano senza etichette e sicurezza, e tanti auguri. Qui scatta l'incazzatura/panico degli sfortunati. Con gente che impreca con le addette, gente che cerca di riempirsi le tasche con tutto quello che aveva in valigia, gente che tenta di fare la furbetta e nascondere il bagaglio o sfuggire dalle porte sfruttando la velocità per non farsi acchiappare. I migliori sono quelli che osservano convinti che il loro bagaglio entra perfettamente nella sagoma per dimensioni, quindi loro devono portarlo a bordo. Poi arrivano i veterano, che con i loro zainetti non sono chic come quelli trolley, eppure passano senza problemi la frontiera e senza avere aspettato oltre un'ora in colonna. Nessuna bustarella, a differenza del trolley lo zainetto si infila sotto al sedile, nel pieno rispetto delle regole. Quindi fatevi furbi cari miei. Per un paio d'ore di viaggio, non vi serve avere con voi un cambio completo per ogni situazione, vi basta uno stupido zainetto con portafogli, documenti e una rivista/libro per passarvi il tempo. Sempre che il teatrino dei vostri colleghi di viaggio non vi abbia ancora stancato. Il tutto, solitamente, è condito da persone che sostano imperterrite dove non dovrebbero sostare, soprattutto davanti alle porte. Odio quando per uscire o entrare in una stazione/aereoporto devo prendere a porte in faccia quelli che hanno pensato fosse un ottimo posto per campeggiare. Passato tutto ciò, di solito la situazione migliora, almeno in viaggio. Immaginatevi il mio stato quando, tornando dalla Spagna, mi sono trovata seduta di fianco a una perfetta comare italiana, da film. La vecchiaccia (è stata cattiva come il veleno), ha passato il viaggio a sgomitarmi per girarsi a urlare cose con la figlia due sedili più dietro. Una maledetta ora di viaggio fattela in santa pace! Ha rotto le scatole a quella davanti a lei perchè sosteneva di stare stretta con cipiglio regale. All'arrivo, ancora prima che il segnale di cintura di sicurezza si spegnesse, inizia a rompere le scatole a me, che malauguratamente ero lato corridoio: "Signorina, si alzi, non scendiamo più!" "Non si preoccupi, passano ancora più di dieci minuti ora che aprano le porte" "Si alzi!" Io non sono assolutamente una persona impaziente e solitamente preferisco non alzarmi sgomitando appena atterrati, che tanto i corridoi sono stretti e si riempiono di gente che recupera bagagli e diventa solo un modo per stare stretti e scomodi. Quindi me ne sono stata seduta. La vecchiaccia mi è montata sopra e ha iniziato a spintonarmi!! Allora mi sono alzata, ma ovviamente non è che ci fosse spazio e la vecchiaccia se ne è rimasta seduta impossibilitata ad alzarsi urlando che sono un'antipatica e spintonandomi di continuo addosso al mio vicino. Io stretta com'ero non potevo che chiedere scusa ogni volta. Dieci minuti eterni, poi finalmente si aprono le porte. La vecchiaccia si lancia all'uscita imprecando contro la mia antipatia e sfacciataggine. Giuro che se non fosse stato per il marito, che prima di sparire mi chiese scusa, l'avrei gettata dalle scale. Ci sarebbe poi l'ultima bolgia infernale, ossia il ritiro bagagli. Anche qui mi è successa una cosa divertente, nello stesso viaggio della vecchiaccia: un signore era intento a documentare il viaggio della famiglia con la videocamera e nella sua premura li ha fatti mettere in posa per il ritiro bagagli e ha ripreso tutta l'operazione. Chissà chi dovrà vedere il filmato poi? Vabbè, stendiamo un velo pietoso sulla folla urlante che si crea al nastro, di solito ben concentrata all'inizio del nastro, nonostante sia lunghissimo. Con questa smania di correre e arrivare per primi che non capirò mai. Sapete cosa? Sono arrivata alla conclusione che il bagaglio sia un'estensione fondamentale del viaggiatore, talmente fondamentale che appena glielo strappano si sente così male da dover correre a recuperarlo non appena gli sia consentito. Ecco, io non pretendo che ogni viaggiatore sia un veterano di guerra, perchè è quasi come andare in guerra alle volte. Mi trovo spesso ad aiutare persone che sbagliano coda o che non sanno fare i bagagli, ma, prima di partire per un lungo viaggio...portate con voi il buon senso e leggete le normative del volo su cui vi imbarcate!

Un po' di me



Perchè mi viene in mente di aprire un blog quando dovrei scrivere una tesi, possibilmente in tempi brevissimi? Non ne ho la più pallida idea. Ma con me funziona sempre così, quando devo fare tassativamente qualcosa la mia mente partorisce altri mille progetti di gran lunga più divertenti. Ormai sono abituata a farci i conti e forse è solo una normale strategia di difesa dallo stress eccessivo. Forse il blog terminerà nell'esatto momento in cui avrò in mano la mia tanto sudata laurea, o forse no, chissà. Adoro scrivere; cose a caso, cose sensate, articoli di vario tipo e via dicendo. Da tempo avrei voluto aprire un mio blog, ma di che cosa? Bella domanda. Non ho un interesse costante per qualcosa da poter condividere regolarmente con altre persone, non sono esperta di nulla, ma so un po' di tutto. Questa mancanza di ordine nel mio caos mentale ha fatto si che rimandassi per tanto tempo. Come si fa ad aprire un blog se non si ha niente da dire? In realtà da dire avrei moltissimo e credo mi convenga rassegnarmi al fatto che questo spazio sarà un semplice guazzabuglio di idee e pensieri senza un probabile nesso logico. 
L'idea per il titolo deriva semplicemente da una filosofia di vita che mi è molto cara, ossia il cercare di vivere appieno ogni momento della nostra vita. Non vale la pena perdere tempo a portare rancori verso qualcuno, la miglior cosa che possiamo fare per noi è accogliere tutto con un sorriso e dimenticarci di tutto il resto!
Inguaribile ottimista? O semplice buon senso? A voi l'ardua sentenza! 
Un bacio
Life