lunedì 26 gennaio 2015

Prima di partire per un lungo viaggio...

Ho sempre avuto una passione smodata per i viaggi che si scontra puntualmente e brutalmente con le tasche perennemente vuote di una studentessa universitaria. Fortunatamente le cose migliorano a vista d'occhio e spesso è possibile viaggiare low cost, anche se mai troppo lontano. Nel tempo, sono comunque riuscita ad accumulare un piccolo numero di viaggi che spero di ampliare sempre più. Praticamente ho sempre cercato di raccogliere ogni meta e ogni possibilità che includesse un viaggio gratis o a costi contenuti. Ovviamente, la mia università ha ben pensato di limitare il programma Erasmus proprio nel momento in cui io avrei potuto avervi accesso, e così come meta non restava che la Germania, meta che purtroppo per me non aveva assolutamente nulla da offrire, se non un ritardo sul piano di studio. A volte ho la sensazione che il mio karma sia mio nemico.



Credo che viaggiare faccia bene allo spirito e alla mente. Niente come scontrarti con usanze e mentalità diverse dalla tua ti aiuta a capire il mondo e ad ampliare gli orizzonti. Inoltre in viaggio si incontrano cose positive e negative e bisogna fare i conti con entrambe, gioire delle prime e imparare a convivere con le seconde senza rovinarsi la giornata. Una buona occasione per diventare un po' più tolleranti. Una cosa che, però, non sono ancora riuscita a controllare è il mio nervosismo da aereoporto. Noi italiani in aereoporto siamo terribili! Non mi riferisco alla strampalata usanza di battere le mani all'atterraggio, che sebbene non condivida, trovo comunque non faccia del male a nessuno. Del resto qualunque lavoratore apprezzerebbe un riconoscimento di tanto in tanto. Io i primi sintomi di nervosismo li raggiungo già alla partenza, per la precisione alla consegna bagagli, perchè è difficile no? Nessuno ve lo dice mai, non c'è scritto sul biglietto, è il terzo segreto di Fatima che sui voli si portano due bagagli, di cui uno inferiore ai 20 kg, se no si paga. Puntualmente c'è la signora con bagaglio, borsetta, borsa della spesa, borsa per la giacca (che sa, magari all'arrivo fa freddo), borsa con gli acquisti fatti prima di arrivare al ritiro bagagli, borsa con il pranzo a sacco e via dicendo che insulta imperterrita l'addetto che cerca di spiegarle perchè deve stivare tutto e pagare di più. Il problema è che negli aereoporti nostrani questi si moltica esponenzialmente e così, si dilatano i tempi, si dilatano le code e si dilata il nervosismo.




Poi avviene la seconda rivelazione, il metal detector che suona. "Ma suona anche questo?" "Oddio non sapevo che questo non lo potevo portare!" "Ma non può gettarmi l'acqua, e se mi viene sete?" e via dicendo. All'inizio mi divertivo anche, ma con il tempo soprattutto se questi teatrini succedono al ritorno e uno è completamente fuso da ore di viaggio, è il delirio.


Il momento cruciale però è l'imbarco. Lì è una lotta dura per la sopravvivenza, in cui a gente si azzanna per mettersi in coda almeno un'ora prima. Si sa, sulle compagnie low cost i bagagli a mano, ad un certo punto sono stivati. Ma per la stupidità della gente, mica della compagnia aerea. Trolley e bagaglio a mano sono due concetti che fanno a pugni, credetemi. Il trolley da solo occupa più spazio della roba che ci avete messo dentro. Puntualmente, a metà imbarco le cappelliere sono piene e tocca stivare i bagagli a mano senza etichette e sicurezza, e tanti auguri. Qui scatta l'incazzatura/panico degli sfortunati. Con gente che impreca con le addette, gente che cerca di riempirsi le tasche con tutto quello che aveva in valigia, gente che tenta di fare la furbetta e nascondere il bagaglio o sfuggire dalle porte sfruttando la velocità per non farsi acchiappare. I migliori sono quelli che osservano convinti che il loro bagaglio entra perfettamente nella sagoma per dimensioni, quindi loro devono portarlo a bordo. Poi arrivano i veterano, che con i loro zainetti non sono chic come quelli trolley, eppure passano senza problemi la frontiera e senza avere aspettato oltre un'ora in colonna. Nessuna bustarella, a differenza del trolley lo zainetto si infila sotto al sedile, nel pieno rispetto delle regole. Quindi fatevi furbi cari miei. Per un paio d'ore di viaggio, non vi serve avere con voi un cambio completo per ogni situazione, vi basta uno stupido zainetto con portafogli, documenti e una rivista/libro per passarvi il tempo. Sempre che il teatrino dei vostri colleghi di viaggio non vi abbia ancora stancato. Il tutto, solitamente, è condito da persone che sostano imperterrite dove non dovrebbero sostare, soprattutto davanti alle porte. Odio quando per uscire o entrare in una stazione/aereoporto devo prendere a porte in faccia quelli che hanno pensato fosse un ottimo posto per campeggiare. Passato tutto ciò, di solito la situazione migliora, almeno in viaggio. Immaginatevi il mio stato quando, tornando dalla Spagna, mi sono trovata seduta di fianco a una perfetta comare italiana, da film. La vecchiaccia (è stata cattiva come il veleno), ha passato il viaggio a sgomitarmi per girarsi a urlare cose con la figlia due sedili più dietro. Una maledetta ora di viaggio fattela in santa pace! Ha rotto le scatole a quella davanti a lei perchè sosteneva di stare stretta con cipiglio regale. All'arrivo, ancora prima che il segnale di cintura di sicurezza si spegnesse, inizia a rompere le scatole a me, che malauguratamente ero lato corridoio: "Signorina, si alzi, non scendiamo più!" "Non si preoccupi, passano ancora più di dieci minuti ora che aprano le porte" "Si alzi!" Io non sono assolutamente una persona impaziente e solitamente preferisco non alzarmi sgomitando appena atterrati, che tanto i corridoi sono stretti e si riempiono di gente che recupera bagagli e diventa solo un modo per stare stretti e scomodi. Quindi me ne sono stata seduta. La vecchiaccia mi è montata sopra e ha iniziato a spintonarmi!! Allora mi sono alzata, ma ovviamente non è che ci fosse spazio e la vecchiaccia se ne è rimasta seduta impossibilitata ad alzarsi urlando che sono un'antipatica e spintonandomi di continuo addosso al mio vicino. Io stretta com'ero non potevo che chiedere scusa ogni volta. Dieci minuti eterni, poi finalmente si aprono le porte. La vecchiaccia si lancia all'uscita imprecando contro la mia antipatia e sfacciataggine. Giuro che se non fosse stato per il marito, che prima di sparire mi chiese scusa, l'avrei gettata dalle scale. Ci sarebbe poi l'ultima bolgia infernale, ossia il ritiro bagagli. Anche qui mi è successa una cosa divertente, nello stesso viaggio della vecchiaccia: un signore era intento a documentare il viaggio della famiglia con la videocamera e nella sua premura li ha fatti mettere in posa per il ritiro bagagli e ha ripreso tutta l'operazione. Chissà chi dovrà vedere il filmato poi? Vabbè, stendiamo un velo pietoso sulla folla urlante che si crea al nastro, di solito ben concentrata all'inizio del nastro, nonostante sia lunghissimo. Con questa smania di correre e arrivare per primi che non capirò mai. Sapete cosa? Sono arrivata alla conclusione che il bagaglio sia un'estensione fondamentale del viaggiatore, talmente fondamentale che appena glielo strappano si sente così male da dover correre a recuperarlo non appena gli sia consentito. Ecco, io non pretendo che ogni viaggiatore sia un veterano di guerra, perchè è quasi come andare in guerra alle volte. Mi trovo spesso ad aiutare persone che sbagliano coda o che non sanno fare i bagagli, ma, prima di partire per un lungo viaggio...portate con voi il buon senso e leggete le normative del volo su cui vi imbarcate!

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